Diving Spots

Ultima modifica 21 aprile 2021

Sott'acqua si può già parlare di effetto parco: non solo nelle zone A, ma anche nelle aree più frequentate dal turismo subacqueo. L'aumento della fauna ittica e la maggiore facilità con cui varie specie di pesci si lasciano avvicinare testimoniano della validità del ruolo di tutela dell'AMP e nello stesso tempo della possibilità di collegare ad esso prospettive di sviluppo. Chi va sott'acqua con gli autorespiratori e chi semplicemente si diverte ad osservare con pinne e maschera i fondali sarà il primo testimone degli effetti della protezione.
Per questo, in collaborazione con i centri d'immersione, l'AMP promuove lo sviluppo del turismo subacqueo basandolo da un lato sull'applicazione di procedure mirate alla conservazione, dall'altro su un incremento della qualità dei servizi e dei prodotti offerti ai visitatori, che devono essere all'altezza della straordinaria qualità dell'ambiente naturale.

I punti di immersione all'interno dell'Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo:
Secca del Papa.
E' formata da una serie di guglie calcaree che da un fondale sabbioso di circa 40-45 m si ergono sino ai 16 m. Il versante est della secca è caratterizzata da una parete verticale poco esposta alla luce, completamente colonizzata da un benthos animale su cui spiccano a partire dai 25m i ventagli di Paramuricea clavata, che qui si presenta con delle splendide marezzature gialle. Le numerose spaccature e cavità danno rifugio a corvine, mostelle e grosse murene. Superata la parete si raggiungono le guglie più profonde dove numerose cernie si nascondono tra le gorgonie. Fanno da cornice grossi dentici intenti a predare e barracuda a mezz'acqua, ma non è raro l'incontro con ricciole e tonnetti.

Tegghja Liscia.
E' un'immersione adatta per tutti i livelli: la falesia calcarea cade verticale dalla superficie sino agli 8-10 m. di profondità, dopodiché il fondale detritico degrada dolcemente, interrotto da grossi massi di caduta che danno luogo ad anfratti e tane popolati da corvine e qualche grossa cernia. Dove il fondale è meno ripido sono presenti macchie di posidonieto che lo rendono ancora più interessante dal punto di vista naturalistico. La presenza di branchi di saraghi di grossa taglia e di numerose cernie anche a bassa profondità, associata ad un fondale ricchissimo di specie, ci fa intendere che qui l'effetto di tutela dell'ambiente marino sta dando ottimi risultati.

Il Grottone.
Un'altra immersione ricca di spunti naturalistici è offerta da questa grossa cavità che si apre sotto la maestosa falesia calcarea che si affaccia a sud-est di Tavolara, ad una profondità media di 12-14 m. Esternamente si presenta rivestita da un manto di alghe verdi sciafile e alghe rosse incrostanti, mentre internamente, dove la luce non penetra a sufficienza, spugne briozoi e celenterati si contendono ogni centimetro quadrato di superficie dando luogo ad una incredibile varietà di colori che solo una luce di una torcia può svelare.

Beach rock di Spalmatore.
I grandi lastroni sommersi a nord della lingua di terra di Spalmatore indicano l'antica linea di costa fossile. Un tempo scambiati per una strada sommersa i massi larghi e piatti sono rifugio ideale per saraghi e corvine. Indicato anche come sito di snorkeling.

Secca del Fico.
Grande domo granitico poco distante dall'omonimo isolotto sito a nord ovest dell'isola di Molara è ricoperto di alghe verdi sciafile. Grandi banchi di salpe e pelagici di passaggio popolano la secca. Più a fondo, i grandi massi offrono rifugio a cernie e scorfani. La secca principale è circondata da altri rilievi che consentono una notevole varietà di percorsi.

Secca di Punta Arresto.
I giochi di luce tra i picchi di granito che risalgono da una profondità di circa 30 m. sino quasi alla superficie, creano scenari unici. Tra le guglie è facile incontrare barracuda e dentici, nelle zone in ombra competono per lo spazio gli organismi filtratori come spugne e celenterati e rendono le pareti coloratissime e meta ambita per gli appassionati di fotografia subacquea.

Secca di Punta Scirocco.
Ambiente simile al precedente con alternanza di zone rocciose, praterie di poseidonia e chiazze di detrito. Notevole la varietà di specie di tordi che vi si possono osservare. Ambiente vario con possibilità di osservare anche pesci pelagici.

Secca di Punta Levante.
Una serie di rilievi granitici con andamento verticale è il proseguimento della punta di Levante dell'isola di Molara. Le rocce si alternano a chiazze di poseidonia e nei canali tra un rilievo e l'altro vi sono depositi di detrito grossolano. Sul detrito si possono incontrare trigoni e torpedini, mentre sulla poseidonia e tra i massi nuotano salpe e piccoli gruppi di corvine. E' un ambiente molto vario.

Relitto dell'Oued Yquem.
Relitto di un mercantile francese a propulsione mista, vela/vapore, affondato probabilmente per errore, da un sommergibile durante il secondo conflitto mondiale. Giace su un fondo sabbioso ad una profondità di circa 39 m. I resti della macchina e le parte superstiti del relitto, riccamente colonizzate, ospitano gronghi, grandi triglie, saraghi e cernie.

Relitto Omega (I Tre Fratelli).
In prossimità degli scogli dei Cerri, circa un miglio ad est dell'isola di Molara, giace su un fondale di 16-19 m. il relitto della Omega, spezzato in vari tronconi. L'immersione consente, in autunno, incontri con pelagici di passo quali ricciole e tonni. E' un sito ideale per principianti interessati ai relitti, sia per la modesta profondità sia per l'eccezionale visibilità.

Isolotto rosso.
Immersione facilmente raggiungibile e protetta dal vento di maestrale. La profondità limitata e la varietà di habitat confinanti, massi, zone sabbiose e prateria di poseidonia, fanno di questo sito un ambiente particolarmente ricco di specie diverse. Particolarmente indicato per le immersioni notturne.

Secca di San Teodoro 1.
Secca molto vasta, formata da rilievi di granito dalle forme tondeggianti. I margini delle zone rocciose più ampie e i massi accatastati offrono paesaggi e scorci suggestivi. Usuale l'avvistamento di sciami di barracuda, cernie, corvine e murene. I rilievi sono circondati da ampie praterie di poseidonia e da zone detritiche e l'immersione ha in genere uno sviluppo itinerante.